Mi presento, sono Katia Magi, e sin da piccola ho sempre avuto delle strane percezioni che ho sempre allontanato o ignorato.

Nonostante fossi curiosa di dare delle spiegazioni a ciò che mi accadeva e a ciò che sentivo anche attraverso letture e documentazioni, non sono mai arrivata ad una vera e propria risposta.

Per alcuni anni è sparito tutto, ma alla nascita del mio secondo figlio ho riavuto di nuovo delle strane percezioni ma a cui non davo peso, soprattutto perché impegnata con il lavoro e la famiglia.

La svolta decisiva arriva nel 2016: una mia amica mi porta in una scuola di Reiki, una tecnica a me totalmente sconosciuta.

Lì sono stata completamente assorbita in questo meraviglioso mondo.

Era come se fossi tornata a casa, una casa che però non conoscevo, ma che finalmente sentivo mia.

Ho continuato gli studi di questa tecnica anche in altre scuole, fino ad ottenere il terzo livello, diventando allineatrice Reiki e sulla strada per diventare Master.

Le mie scoperte non finirono qui: nel mio percorso ho scoperto i cristalli (che mi aiutano molto anche nel fare i trattamenti quando qualcuno sta poco bene) e i tarocchi.

Quest’ultimi inizialmente li usavo solo per me e la mia famiglia, ma con il tempo anche altre persone si sono avvicinate incuriosite, quindi ho capito che non potevo lasciare questa cosa solo per me.

Chiedendomi come mai la mia vita fosse in continua evoluzione ho fatto delle ricerche, ed ho scoperto che il mio destino era già scritto.

Ma chi lo aveva fatto? Così ho intrapreso lo studio dei registri akashici per saperne di più, e questi mi hanno fatto capire quanto io fossi in grado di fare molto più di quanto credessi, e a questo ho combinato anche lo studio del Theta Healing, che ha cambiato molto il mio modo di vedere la vita.

Dopodiché ho intrapreso il percorso dello studio delle rune, una divinazione.

I clienti venivano da me con richieste e problemi sempre più complessi, così ho iniziato a canalizzare ogni volta più della precedente, e ho capito che potevo usare più tecniche contemporaneamente.

L’importante era mettere al centro il bisogno di chi si rivolgeva a me.

Tutt’oggi cerco e continuerò a cercare sempre cose nuove per poterle mettere a disposizione del prossimo.

Un giorno una persona si rivolse a me chiedendomi “Tu che hai un dono, che studi a fare?”.

Io risposi: “Un dono, se non sai come usarlo al meglio, è un dono sprecato”.